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12/13-05-2012

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Firenze-Bologna 2012

Reporter d’eccezione il mitico Merlo.

Tutto comincia il 14 febbraio quando leggo sul forum di una probabile spedizione per la traversata del “derby dell’Appennino” in MTB. Mi iscrivo al gruppo con fiducia fino a quando l’niziale organizzatore per ltri impegni si autoesclude dalla spedizione..

Per evitare che l’evento venisse meno prendo le redini dell’operazione e comincio a raccogliere le adesioni. Senza nulla togliere al Forum da questo punto di vista ho lavorato principalmente con facebook, soprattutto per la possibilità di avere contatto anche via smartphone.

Le tracce sono state gentilmente fornite da Gutemberg, così come le indicazioni principali per la logistica (dove fare la sosta, quando rifornirsi di acqua etc)

In breve il programma prevede:

- Trasferimento in treno a Firenze Rifredi il sabato mattina

- Prima tappa fino a passo Futa (60 km circa - 2200 m dislivello)

- Pernotto presso Camping il Sergente

- Seconda tappa Futa-> Bologna (60 km circa 1400 m dislivello)

La settimana precedente l’evento le prime brutte notizie: ci aspetta una domenica funestata da meteo decisamente sfavorevole, con piogge a carattere temporalesco e un brusco abbassamento delle temperature (fino a 14°C). Il nucleo originario del 25 partecipanti (limite fissato dalla capienza del campeggio) si spacca: 7 decidono di posticipare ad altra data, 1 (il "Saggio Gobbo" e poi vi spiegherò perchè) decide di andare al Passo in auto il venerdì sera, scendere a Firenze via asfalto la sera stessa per ricongiungersi con altri 6 che avevano deciso di pernottare Firenze il venerdì sera.

Il gruppo comprende anche 3 fanciulle: Laura, Luana e Mirella, che mi permetto di evidenziare nel gruppo. GRANDI!

Il viaggio in treno del gruppo del sabato sera procede liscio (a parte qualche intoppo con le macchinette self service dei biglietti…..) ed il gruppo si compatta alla stazione di Firenze Rifredi alle 8. Fatte le foto di rito si parte! 18 eroi alla volta di Bologna

Il percorso in uscita da Firenze è complicato dal fatto che la traccia a disposizione presenta diversi tratti contromano rispetto alla viabilità stradale. Ovviamente il tutto in strade strette, naturalmente percorse al nostro passaggio da veicoli larghi guidati da autisti toscani evocanti svariate maremme…

Usciti dalla città sono cominciati i problemi tecnici:
1. Maglia di catena “poco snodata”. Qui la “diversità” portata all’eccesso sulle MTB ha cominciato a mostrare i suoi limiti. Serviva una falsa maglia per 10v: ovviamente ne avevamo migliaia per 9v.
2. 2. Pastiglie dei freni usurate hanno causato la “disintegrazione” della “molla divaricatrice” di un freno. Ovviamente tra i 20 tipi di freni del parco bici della spedizione nessuno aveva proprio quello (soprattutto quel ricambio).

La salita è tosta e soprattutto, imprevisto, oppressa dal caldo. Essendo poi il primo vero caldo della stagione lascia davvero molti senza fiato. Integratori di Sali e spray protettivi per il sole hanno avuto il loro perché nello zaino.
La meritata sosta ha luogo al santuario di Monte Senario . La salita per arrivarci è cadenzata dalle stazioni della via crucis. Io ricordo solo la quarta: L’incontro con La Madre... L’ho vista anche io. Accidenti: UN MURO!
Rifocillatici al Santuario (un prodigioso panino con pane a salumi affettati al momento con epici utensili a mano, il tutto innaffiato da un sincero bicchiere di buon rosso toscano) si riparte.
Il caldo si fa davvero fastidioso e cominciano i primi segni di stanchezza. Il Gruppo si sgrana: tra la fatica e la necessità, in qualità di “sedicente organizzatore”, di fare la “scopa” del gruppo, chiudo la spedizione con Andrea e Gomez dei Salami in MTB, dei quali mi onoro di fare parte.
L’ascesa è davvero faticosa. Molti tratti sono difficilmente pedalabili: il prodotto fatica x pendenza personalmente non mi ha dato scampo. I più tosti (e qui i ragazzi del NordEst ci hanno surclassato) sono passati alle bici in spalla…
Il Gruppo si ricompatta definitivamente alla stele del passo della antica osteria dove di fatto finisce la salita offroad e si intravede la fine della prima tappa. O almeno si sperava: probabilmente per una congestione da “coca gelata”, un partecipante si sente male e non è in grado di proseguire la pedalata (manca abbastanza poco, ma tutto in salita). E qui arriviamo al primo intervento del “Gobbo Saggio”. Grazie a lui, alla sua tempra (non nel senso di auto) e intuizione, siamo stati in grado di sbrogliare diverse matasse. In questo caso specifico si è lanciato in corsa solitaria a recuperare la sua auto per portare al campeggio il congestionato malcapitato (bici inclusa).
Il resto del gruppo ha guadagnato sul pedali la salita fino al passo per poi lanciarsi in discesa verso il Camping il Sergente: alcuni consapevoli del fatto che la mattina seguente avrebbero dovuto “risalire in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza” (cfr A. Diaz: Bollettino della Vittoria).
L’arrivo al campeggio è gradito. I bungalow accoglienti e tutto predisposto secondo gli accordi con la sig.ra Maddalena, incluso il bagnoschiuma nella doccia. Una menata in meno nello zaino.
La cena è stata assai piacevole, ottima compagnia, cibo nella quantità e qualità adeguata, vino e altre bibite a profusione. 5 kg di fiorentina. Anche sui dolci non ci siamo tirati indietro (il Gobbo Saggio ha fatto la doppia, ma tutta meritata!!!) per concludere con una giro per tutti di cantucci e vin santo. E adesso tutti a nanna!!!
Durante la notte, alle 4 e 10 per la precisione, mi sono alzato per vedere il tempo. Cielo sereno e CALDO! Lassù; a quell’ora! Stai a vedere che le previsioni sbagliavano...
Tre ore dopo l’amara verità. TEMPO DA LUPI. Vento forte, pioggia (non tanta per la verità) e notizie da Bologna tutt’altro che incoraggianti. Briefing al Bar. Il Saggio Gobbo, sogghignava (scherzo naturalmente) pensando al calduccio della sua macchina (fa molto “don’t stand so close to me” -> his car is warm and dry...) mentre gli irriducibili (i Maranellesi e i duri del NordEst) erano già pronti per la seconda tappa. Ed infatti eccoli partire con il programma di arrivare a Bologna via asfalto sulla Futa.
Ne rimanevano soltanto 10. Serviva solo l’idea per portare a casa la pellaccia...
La fortuna ci aiutò. Uno dei partecipanti (il Mazzi) aveva a valle il FURGONE (l’Arca di Noé, in questo caso). Mezzo con sei posti, ma vogliamo fare i sofisticati?
Il Gobbo Saggio carica il Malcapitato congestionato (ritornato in perfetta forma dopo la notte ristoratrice) che va a raccattare il furgone. In un lampo (veramente!) è di ritorno. Carichiamo armi e bagagli sul mezzo e via verso Bologna.
Tra le operazioni di carico e scarico ed i trasferimenti siamo praticamente arrivati a Bologna alla stessa ora degli irriducibili. VI STIMO!
A mezzogiorno avevo già le gambe sotto il tavolo... non che la MTB mi mancasse in quel momento.
Le morali:

- Il controllo della bici prima di una trasferta come quella prevista è IMPERATIVO. Un problema tecnico anche banale in mezzo al bosco diventa un delirio

- I ricambi da portarsi dietro NON SONO MAI ABBASTANZA. Ho visto rompersi roba che mai avrei immaginato

- L’analisi della traccia, con percorsi, dislivelli etc è essenziale. Il solo GPS anche cartografico non è sufficiente. La carta della zona è assolutamente indispensabile

- La valutazione oggettiva del proprio stato di forma è altro elemento fondamentale: personalmente ero in ottima forma e ben allenato; ma per percorsi di metà durata, metà km e metà dislivello

- La compagnia è importantissima. E per l’occasione siamo stati da DIO. Grazie ancora a tutti.



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Percorso gps: Tracce gpx
Mappa giorno 1: vedi la mappa di Firenze-Futa
Altimetria: vedi il grafico
Mappa giorno 2: vedi la mappa di Futa-Bologna...quella che si doveva fare
Altimetria: vedi il grafico
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